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Angeli, cavalli bianchi e il marketing

Bordeaux possiede il più antico sistema di classificazione del valore delle uve e del vino al mondo. Nella zona del Medoc infatti la classificazione del 1855 è ancora invariata e i suoi effetti sui prezzi e sul prestigio dei vari Chateaux è evidente. 

Il caso di Saint – Émilion, denominazione che si trova nella riva Destra, sta uscendo alla ribalta in queste settimane. Due dei suoi più importanti esponenti hanno deciso di non rientrare più nella classificazione, di fatto creando una frattura importantissima nel sistema. Ma andiamo con ordine.

La classificazione di Saint – Émilion

La classificazione di Saint – Émilion è datata 1955 (cento anni dopo quella del Medoc) e viene revisionata circa ogni 10 anni. La scala del valore è composta da:

  • Premier Grand Cru A (4 chateaux)
  • Premier Grand Cru B (14 chateaux)
  • Grand Cru Classé (63 chateaux)
  • Grand Cru

Gli Chateaux sono giudicati per vari elementi: il terroir, il metodo di produzione, un blind testing di almeno 10 annate e la reputazione commerciale.

Il peso di questi fattori varia a seconda del posizionamento dello chateaux nella scala. Per i Premier Gran Cru il vino conta il 30% del punteggio, il marketing il 35% e il terroir 30% e il rimanente è il metodo di produzione. Nei Grand Cru Classé il vino conta il 50%, il marketing il 20% e il terroir 20% (10% metodo di produzione).

La percentuale che quindi ricopre il marketing nella classificazione dello Chateau è molto importante, un terzo dell’intero valore. Le aziende che vogliono stare al vertice non devono quindi solo assicurare un’altissima qualità, ma altresi’ ricevere premi e giudizi dalla critica, oltre che avere dei social attivi e una comunità di followers importante. Anche l’enoturismo rientra in questi parametri.

In arrivo un cambiamento epocale

Già nel 2012, dopo la scorsa revisione, alcuni Chateaux hanno fatto ricorso contro la metodologia, in alcuni casi puntando il dito su critici che sarebbero stati pagati per dare punteggi eclatanti. La prossima revisione è prevista nel 2022 ma è notizia di pochi giorni fa che due Premier Grand Cru A, Cheval Blanc e Ausone, non hanno presentato la domanda per la riclassificazione, uscendo di fatto dal sistema. Un terremoto non indifferente che mina le basi di quello che globalmente è considerato un sistema perfetto per la definizione di gerarchie qualitative. Dai due Chateaux la voce è unanime: dando così tanto spazio all’immagine e al brand positioning, si perde di vista la viticoltura e si creano prodotti tali da perdere l’identità territoriale. Personalmente trovo questo atto una dichiarazione d’amore a Saint – Émilion e non un’uscita da un sistema. Una decisione che sicuramente sarà stata sofferta, ma nell’intento di ribadire l’importanza del terroir in un mondo del vino in cui i brand forti stanno in un certo senso sgretolando il concetto di denominazione, dove l’immagine sembra essere tutto e ci si dimentica da dove arriva il prodotto.

Vedremo dove porterà tutto questo, se a un ritorno al mettere al centro il lavoro agricolo (pur in un contesto globale) o il marketing prenderà il sopravvento. Ai posteri l’ardua sentenza.


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